Palestina

Verranno bussando alla tua porta

Durante un laboratorio con bambini a Nablus qualcuno ha chiesto in un'aula piena di bambini quanti avessero qualcuno della loro famiglia in prigione. Più della metà della classe ha alzato la mano
Susan Barclay

NABLUS. Le forze militari vengono di notte, tutte le notti per portare via i nostri uomini, i nostri padri, fratelli, compagni, zii e cugini. Vengono portati via con gli M-16, senza accuse, davanti ai nostri occhi bagnati di lacrime, occhi arrabbiati nel mezzo di una profonda buia notte. I soldati picchiano alla nostra porta o semplicemente la fanno saltare con la dinamite, entrano in casa nostra, sparano colpi di proiettile sulle teste dei nostri bimbi addormentati alle 2 o alle 3 del mattino. I soldati perquisiscono la casa, mettono tutto sottosopra, squarciano, rompono e danneggino il mobilio e qualsiasi attrezzatura costosa, rubano il nostro denaro, i gioielli ed i cellulari, colpiscono le nostre madri, prendono a botte i nostri padri, fanno svestire i nostri fratelli, e se ne vanno con un altro uomo della nostra comunità.

"Sami è stato arrestato e mio zio . " dice Hussein "La scorsa notte".
Faccio fatica a deglutire, cercando le parole nel pesante silenzio e vedo il suo volto. Sami e la mia ultima conversazione incomincia a tornarmi in mente . "Che cosa ci si può attendere? Sempre più carri armati, sempre più morte, sempre più amici persi, periodi in prigione sempre più lungi, disoccupazione, scuole chiuse, umiliazione, operazioni militari, violazioni e restrizioni?" Mi chiede con calma.

Ha 19 anni. I soldati sono venuti per lui nella casa del padre la notte del 12 febbraio 2003. 4 uomini della famiglia Khalili sono stati trattenuti 2 giorni.

Ibrahim 17 anni, arrestato 2 notti fa (14 febbraio 2003). Sono stata svegliata da una telefonata alle 4.20 di notte ed una madre piangendo, ripetendo le parole in un chiaro stato di choc mi ha detto "Lo hanno preso, Ibrahim. Hanno saccheggiato la casa ... rotto molte cose .. l'hanno preso..Ibrahim.." Una voce incrinata, una voce dal cuore distrutto nella mia testa per oltre un'ora mentre cercavo di riaddormentarmi, meditando di continuo sui perché e sui come di questa terra, di questo inferno.
L'indomani mattina ho incontrato la famiglia Abu Zhour a Balata. La più giovane delle figlie, che 2 giorni prima era stata socievole ed amichevole, è completamente ammutolita. Le loro stanze sono state distrutte, ogni cosa è completamente in disordine, i vestiti sono dappertutto, coperti dal luccichio dei cocci di vetro dello specchio, nastri schiacciati, fogli a brandelli, spazzolini e quaderni per gli appunti rotti.

I soldati israeliani sono arrivati poco dopo le 3 e sono entrati nella casa con la forza, perquisendo una stanza dopo l'altra ed andandosene con un ragazzo di 17 anni, Ibrahim. Un ragazzo che non ha neanche finito la scuola superiore. Le lacrime mi sono sgorgate dagli occhi quando ho visto il contenuto di una piccola borsa che i soldati avevano gettato in disordine nell'angolo della camera dei ragazzi: vestiti, caffè e calzini per Mohammed, ha spiegato la madre, un altro figlio già in prigione (preso nel novembre del 2002). Non so dirvi quante famiglie abbiano una borsa simile preparata nelle loro case, in attesa, perché la realtà è che lo Stato "democratico " di Israele proibisce regolarmente perfino alla Croce Rossa di visitare le prigioni. Mohammed Khilfe è stato arrestato una settimana fa mentre gli Internazionalisti dormivano a casa sua. II soldati israeliani sono arrivati nel mezzo della notte, hanno setacciato il piano superiore, presto Boshar come scudo umano per scendere al piano di sotto alla porta di Mohammed, ed entrare nella casa in massa. Hanno portato via Mohammed dalla casa con la forza dopo aver messo sua madre in contatto telefonico con la polizia segreta israeliana, che ha spiegato in modo indifferente che avevano intenzione di portare via Mohammed e che lei avrebbe fatto bene a prendersi cura del suo figlio quattordicenne altrimenti sarebbero venuti a prendere anche lui. Ho chiamato 5 minuti dopo che i soldati se ne erano andati e la madre non riusciva nemmeno a parlare... ripeteva continuamente il suo nome ed ha passato il telefono a qualcun altro.

Husam Shakshir, portato via il 12 febbraio alle 3 di notte. I soldati sono entrati nella loro casa nella Città Vecchia ed hanno minacciato tutti con gli M-16. Si sono comportati in modo fisicamente aggressivo verso la madre ed il padre, ed hanno spinto il mite anziano di quasi 70 anni che camminava con un bastone, facendolo cadere con la forza per terra. I soldati israeliani hanno lasciato la casa con il loro figlio, dopo averla interamente perquisita.

Succede ogni notte. Un fratello, padre o figlio sparisce nel buio della notte, ad un checkpoint, andando al mercato o a tagliarsi i capelli.
Arresto dopo arresto, arresto dopo arresto. Per nessuna ragione o per una ragione qualsiasi. Ciò significa essere picchiati o torturati. Mesi di prigionia senza accusa e/o per una prova presentata ad un giudice dalla polizia segreta israeliana in forma non ufficiale. L'esercito israeliano sta portando via tutti, attivi politicamente e non, giovani e vecchi, ricchi e poveri, studenti, contadini, panettieri e carpentieri - sta portando via uomo dopo uomo notte dopo notte.

Sembra che per tutti diventa sempre più difficile - è sempre più difficile perdere altri famigliari ed amici, è sempre più difficile trovare una ragione, è sempre più difficile credere che torneranno presto a casa, ed è certamente sempre più difficile accettare. Dal mio punto di vista può essere perché ogni uomo è un altro fratello perso..

Mio fratello maggiore, Michael, ha 31 anni. E' laureato ed ha 2 figli ed una stupenda compagna. Non è attivo politicamente, non ha pendenze penali, ama spassarsela con gli amici ed adora i suoi figli, come la maggior parte degli uomini qui. Ha un grande senso dell'umorismo, è molto creativo e sostiene molto la sua famiglia e sua moglie.

Immagino Michael, Liz, Owen e Dylan svegliati nel mezzo della notte da marines statunitensi che buttano giù la loro porta ed irrompono in casa loro, sparando veri proiettili, urlando ordini a tutti, dicendo a mio fratello "Zitto", puntando un M-16 alle sue budella quando comincia ad urlare. Distruggendo ciò che era riposo e sacra sicurezza, terrorizzano i loro figli e derubandoli in un istante molto di più che di beni materiali.

Posso vedere i miei nipoti iniziare ad urlare e piangere, e Liz e Mike colpiti così profondamente dalla sensazione di impotenza mentre vedono la sicurezza dei loro figli svanire, la loro casa saccheggiata, i loro diritti calpestati, la loro umanità negata, e poi senza avere nemmeno il tempo di scambiarsi una parola o un bacio, posso vedere mio fratello, Michael portato via da casa sua, con gli occhi bendati, ammanettato, portato via con la forza. Liz sollevare il gruppo di ragazzi tremanti davanti a lei ed portarli verso la finestra dove la porta è stata chiusa con violenza. I suoi piccoli ragazzi e sua moglie guardare, ancora terrificati, mentre sparisce nell'ombra, portato via da una jeep militare, lontano, molto lontano.

Pensi a percosse, forza fisica, alle varie storie che hai sentito su tortura e crudeltà, interrogatori, il tempo, fa freddo? Non hai idea di dove sia, per quanto tempo, in quali condizioni o con chi. Sparisce.
Rubato. Proprio di fronte agli occhi dei tuoi figli ed ai tuoi. Nessuna accusa nessun motivo. Non vi saranno risposte alle tue centinaia di domande.

Il mondo guarderà e resterà in silenzio, dirà che te lo sei meritato, chiamerà il tuo compagno criminale o "terrorista", garantirà che se è stato portato via, ci deve essere una ragione, e poi tornerà ai suoi affari come al solito, negli ingorghi stradali mattutini.

E' sempre la vecchia storia, si tratta solo di un altro "bandito" palestinese imprigionato.

No, mi dico "La scorsa notte sono venuti per tuo fratello"

Note: traduzione Giovanna C
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