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Il disagio sociale ci trasforma in soggetti violenti, pronti a calpestare il proprio futuro

Taranto: una città violentata e abbandonata!

"Tra la nostra vita quotidiana serpeggia un insopportabile menefreghismo e una totale mancanza di rispetto in un qualcosa che spesso dimentichiamo è anche nostro. La cultura e la coscienza civile è completamente assente nel nostro Dna".
30 ottobre 2007
Giulio Capilli
Fonte: Corriere del Giorno

- Egregio direttore,
Anche quest’anno dopo la mia breve settembrina permanenza a Taranto e il mesto ritorno nella mia città adottiva, ho deciso di prendere carta e penna, chiedo scusa, la mia tastiera e scrivere le mie emozioni, ma aimè anche le mie delusioni. Come di consueto durante, ripeto il mio breve soggiorno a Taranto, amo ricordare e ripercorrere luoghi e momenti che in un modo o in un altro hanno segnato parte della mia vita nella mia città.

Quest’anno la mia intenzione era quella di andare a rivisitaresiti che con il mio modesto impegno e quello della Associazione TarantoViva, di cui faccio parte, abbiamo voluto con buoni propositi ridare merito ad aree che per troppi anni hanno subito le violenze dei cittadini, trasformate in discariche a cielo aperto.

Con la speranza di scuotere l’interesse di tutti e creare un eventuale spinta propulsiva per una conseguente rivalutazione turistica. In primis sono andato nel luogo che ha dato battesimo al nostro primo impegno: la zona interna di Mon Reve e il suo affaccio a mare, poi il sentiero dei poeti nella contrada di Lama, il pertusone, o meglio la condotta sottomarina di Gennarini, situata a poche centinaia di metri dalla spiaggia di lido Bruno, Cimino, il parco del Galeso ed infine la pineta di Marechiaro…... bene caro Direttore: è stato come ricevere non un pugno in faccia, ma mille!!

Tutto è tornato come prima, e quei posti ora urlano nuovamente il loro dolore. Taranto oramai è una vasta area dove il degrado lo fa da padrone e a questo si aggiungono i problemi all’aria che respiriamo, diventata irrespirabile. Tutto questo fa di Taranto un quadro deprimente. A questo punto per scaricarsi la coscienza personale si cerca in tutti i modi di dare la colpa agli altri e in modo particolare alle nostre istituzioni, ree di non far nulla. Ma non è proprio così!!

La responsabilità certo è anche loro, l’impegno costante alla ricerca della poltrona certa e sicura li pone lontano anni luce dai problemi veri della gente e della città, ma i veri colpevoli siamo noi. Tra la nostra vita quotidiana serpeggia un insopportabile menefreghismo e una totale mancanza di rispetto in un qualcosa che spesso dimentichiamo è anche nostro. La cultura e la coscienza civile è completamente assente nel nostro Dna. Il disagio sociale ci trasforma in soggetti violenti, pronti a calpestare il proprio futuro. Purtroppo questa è la cornice che circonda Taranto, e le mie emozioni o meglio le mie delusioni sono state scritte da un cuore trafitto.

Spero che l’impegno profuso dal sottoscritto e da tanti altri non rimanga solo una forma di appagamento personale, ma diventi una forte spinta, capace di coinvolgere tutti. Tornando alle istituzioni cittadine, sono convinto che il lavoro del Sindaco sarà notevole e altre tanto convinto che davanti a lui vi è una strada impervia e piena di ostacoli. I miei ideali politici sono l’opposto dei suoi, ma la mia onestà mi impone senza difficoltà nel riconoscere nella sua persona un grande amore per la nostra città e una genuinità che nella classe politica di oggi è scomparsa da molto tempo.

Giulio Capilli

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